
Ilene Alciati nasce a Torino, nel 1969, in una famiglia in cui la creatività è pane quotidiano: il padre infatti – Mario Alciati – è pittore ma morirà giovane, la madre invece è ceramista, entrambi conducono una bottega di cornici artigianali.
Frequenta il Liceo Artistico e la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti, si laurea nel 1994 col massimo dei voti, presentando una tesi su Felice Casorati, artista che predilige in maniera particolare.
Carriera Artistica di Ilene Alciati
Nel 1997 si forma marionettista presso la storica Compagnia Lupi e per circa 15 anni si occupa di teatro di figura esibendosi con una propria compagnia nei principali festival nazionali e collaborando con altre compagnie del settore.
Ilene Alciati Nel contempo è scenografa, pittrice e operatrice didattica nel campo delle arti figurative, collaborando con molte realtà torinesi: musei, compagnie teatrali e associazioni culturali.
Per circa 8 anni conduce i laboratori sulla scenografia che il Teatro Regio di Torino propone alle scuole di ogni ordine e grado. Dal 2004 è burattinaia per la RAI, animando i pupazzi de “L’Albero Azzurro”.
Progetti artistici Recenti
La sua produzione pittorica indipendente comincia nel 2013 con una serie di dipinti ad olio ispirati dal paesaggio urbano estivo, ciclo denominato “Sotto il cielo di Torino”, che continuerà ad arricchirsi di nuovi pezzi negli anni successivi.
Nel 2016 realizza dei collage di carte su tela, sperimentando anche quello di sola stoffa su legno.
Affascinata dai luoghi abbandonati che costituiscono il complesso “La Cavallerizza” in via Verdi, a Torino e gravitando nel collettivo degli artisti che ha occupato i locali, realizza una serie di opere, denominate “Passaggi”, dove il collage e la pittura ad olio trovano modo di fondersi in maniera complementare.
Prende parte a numerose mostre collettive in occasione di eventi espositivi e presso gallerie e luoghi di aggregazione.
Esegue occasionalmente su commissione dipinti realistici e decorazioni murali.
La pittura e l’arte in generale per me deve principalmente emozionare, non credo che la scelta della tecnica, del soggetto o dello stile siano molto determinanti in questo. Un’opera può suscitare in me profonde emozioni sia esso astratto o figurativo, ma spesso il dato oggettivo rappresentato può essere un ostacolo sia nel ruolo di fruitore che di produttore. Mi appaga aver trasmesso un’emozione, meglio ancora se coincide con quella che ho provato io nel realizzare l’opera, mi lascia insoddisfatta invece quando al mio lavoro viene riconosciuta esclusivamente un’abilità tecnica. La rappresentazione del reale è un aspetto che mi sforzo di superare, non è facile quando si ha un’impostazione accademica ma questo è un traguardo che mi pongo sempre anche quando utilizzo una tecnica realistica. Credo che la protagonista dei miei lavori sia la luce espressa attraverso il colore, tutto il resto – composizione, forma e materia – sono al suo servizio.